Capitan Giangurgolo è la maschera del calabrese che ha attraversato secoli di storia di commedia dell’arte: spavaldo e ingordo, spaccone con i più deboli ma sottomesso coi più forti.
In questo spettacolo, il nostro Capitano è diventato Re ed è pronto per una nuova avventura, che lo vedrà protagonista di un divertentissimo canovaccio, nel quale vivono personaggi che sotto una apparenza buffa e goliardica, nascondono debolezze e sentimenti profondi. Un viaggio alla scoperta della maschera del calabrese, che merita di essere conosciuta dalle nuove generazioni per aggiungere un tassello importante al composito mosaico della nostra storia.
Il linguaggio è ricco ma chiaro, ed ha il preciso intento di non raccontare agli spettatori una storia piana, ma preziosa nella varietà espressiva che offre la lingua italiana. Il nostro eroe, strampalato ed egoista, viene calato in una atmosfera fiabesca e goliardica, alle prese con una figlia che pensa solo ad “uscire” ed un Consigliere candido e buono con cui tesse un rapporto fatto di equivoci e fraintendimenti, posti alla base di un dialogo comico fortemente ritmico, che prende le mosse e omaggia apertamente gli sketch del cinema italiano più famosi. Inganni, tranelli, fraintendimenti, giochi di parole, zuffe e misteri, si risolvono in una baruffa totale tra tutti i protagonisti che mette a posto ogni cosa, ristabilendo un nuovo equilibrio tra i personaggi, utilizzando il lieto fine, che tanto è atteso nelle commedie, nel quale scopriremo chi ha rubato le arance d’oro e aiuteremo la Principessa a trovare il vero amore, dando a Re Giangurgolo una bella lezione di umiltà!